Autostima e fiducia in sé: l’importanza dell’apprezzamento.

da | Dic 19, 2022 | Alchimia Interiore | 0 commenti

“Una parola di apprezzamento può spesso ottenere ciò che nient’altro avrebbe potuto ottenere” (B.C. Forbes)

L’apprezzamento sincero è un dono, un atto di generosità e di amore che crea una sorta di connessione con l’altra persona, abbassa le difese, genera empatia e fa stare bene sia chi lo riceve sia chi lo fa. È molto potente.

Ho sperimentato questa pratica in particolare con mio figlio nelle diverse fasi di crescita. È stata un “allenamento” che ha portato risultati positivi, nello studio, nella relazione, nel suo modo di approcciarsi alle varie situazioni, nelle piccole cose di tutti i giorni.

La ritengo una capacità preziosa nella relazione genitore-figlio, alla quale ho voluto dedicare un intero capitolo del mio libro Mamma al punto giusto.

Ecco un estratto:

C’è una certa resistenza a fare un apprezzamento. Gli aspetti positivi o i punti di forza li diamo per scontati, sono noti e pensiamo che ci “devono essere”. Sicuramente anche la nostra cultura ci “insegna” a rilevare solo gli aspetti negativi, gli errori. Succede in ambito lavorativo, con un capo o un superiore e, se ci pensiamo bene, troviamo lo stesso schema anche sui banchi di scuola. Inoltre fare un apprezzamento onesto e sincero è un piccolo dono, un atto d’amore. Ed è gratuito. A livello psicologico, per la persona che lo fa, può significare avere paura di perdere il “controllo” o il potere in una relazione. Ma non è così, anzi la relazione può essere rafforzata. L’apprezzamento è un gesto importante per diversi motivi: 

∙  induce a ripetere ciò che è stato apprezzato 

∙  rafforza il carattere e l’autostima, crea fiducia in sè 

∙  rende più consapevoli dei propri punti di forza su quali poter costruire.

Chi riceve apprezzamenti è anche più aperto alle sfide e più pronto ad accettare in modo costruttivo le critiche. Chi riceve solo feedback negativi tenderà̀ a deprimersi o ad adottare atteggiamenti difensivi.
Il bambino (ma anche l’adolescente) ha necessità di essere approvato, riconosciuto, apprezzato. Che non significa cedere a tutto ciò che vuole.
Si ottiene molto di più con un solo apprezzamento per una cosa fatta bene che con dieci critiche per una cosa fatta male! Da provare. Curioso notare che anche nell’addestramento dei cani funziona allo stesso modo. Un amico educatore cinofilo evidenziava proprio questo aspetto: il cane viene sempre premiato quando fa bene una cosa, ma non viene punito quando fa qualcosa che non va bene! Non voglio certo paragonare un bambino a un cane, ma è un confronto interessante. Siamo sempre pronti però a criticare i nostri figli. È proprio l’abuso di critica uno dei nodi più̀ complicati della relazione genitori-figli. Come di ogni altro rapporto, del resto. Critica e punizioni portano solo rabbia e demoralizzazione.
I genitori si sentono giustificati a criticare e disapprovare: «Non ascolti mai! Non ubbidisci!».
E la reazione del bambino sarà̀: «Quello che faccio non va mai bene, sono sbagliato”. Certo, si critica con intenzioni positive. Si è preoccupati, vogliamo correggere, educare, indicare cosa è meglio. Spesso si interviene in modi che possono far soffrire profondamente criticando in modo negativo il bambino. Queste sono critiche distruttive, dettate dalla rabbia, che non si limitano a commentare l’atteggiamento da correggere ma attaccano l’intera persona. «Sei incapace, non fai niente di buono». Messaggi come questi ottengono più̀ resistenze che cambiamenti, invitando a mettersi sulla difensiva e a non ascoltare. Messaggi che fanno anche imbarazzare, umiliare, vergognare, far provare sensi di colpa, con un impatto emozionale corrosivo, a lungo andare devastante per la propria affermazione e autostima, perché spingono a credere nella propria inadeguatezza, ora e, in futuro, nella vita adulta.
Esiste anche una critica costruttiva, utile. Possiamo commentare l’accaduto o quel comportamento specifico, di quella volta: «Questa volta non hai fatto bene». Possiamo rimproverare senza svalutare la persona. Soprattutto senza mettere un’etichetta.

Posso apprezzare anche i progressi di una persona per qualcosa che è riuscita a fare bene e che magari le ha richiesto uno sforzo. Scelgo di evidenziare e sottolineare l’aspetto positivo, il miglioramento e di mostrare che l’ho notato, anche per piccole cose che spesso passano inosservate, sia verso le persone vicine sia verso gli sconosciuti.

Ogni occasione è buona

Mi fa piacere, ad esempio, esprimere apprezzamento al barista per un buon caffè, al ristoratore per un buon piatto o un dolce che ritengo particolarmente buono. Spesso le persone sono sorprese. Sento e leggo negli occhi dell’altro un’onda di gratitudine e, almeno per quel momento, siamo in una vibrazione alta. Non va dato per scontato. Apprezzare significa riconoscere il valore di una cosa o di una persona, stimarla per ciò che vale.

Una necessità umana

L’apprezzamento non è solo una scelta, è uno dei bisogni fondamentali dell’uomo. Maslow, psicologo statunitense, autore della celebre Piramide di Maslow, l’aveva già intuito negli anni ’50.

Come puoi vedere nell’immagine, troviamo l’apprezzamento al livello dei bisogni sociali insieme al desiderio di amore, accettazione, famiglia, amicizia. Il bisogno di accettazione nasce in noi appena usciti dal grembo materno (nel bambino si soddisfa con il contatto e le cure dalla madre) e ha lo stesso valore e funzione dell’alimentazione: indispensabile per la crescita. Il bisogno di approvazione invece, appare più avanti, quando inizia l’interazione con gli altri, fuori dalle mura familiari. L’apprezzamento è quindi una forma di approvazione.

Interpreto la Piramide di Maslow come un invito a riconoscere e a considerare questo bisogno come qualcosa di necessario e fondamentale, che, allo stesso modo di un bisogno fisiologico, se non soddisfatto, ad un certo punto, provoca una sensazione di disagio.

Questi bisogni prendono mille forme e sfaccettature diverse, tante quante le persone al mondo! poiché sono legate alle esperienze personali, alla cultura o a ciò che ci hanno insegnato. Attenzione quindi a non giudicare.

La trappola del giudizio

Al contrario dell’apprezzamento troviamo la critica. A volte succede di cadere nella trappola del giudizio e ci troviamo a criticare chi non condivide le nostre idee, i nostri pensieri o non è sul nostro stesso cammino di crescita. Quando succede, quello che possiamo fare è spostare l’attenzione a tutto ciò che c’è di buono e di positivo in una persona o in una situazione. E spesso è molto più grande. Dipende sempre da dove mettiamo l’attenzione. Ognuno fa il proprio meglio, secondo il proprio livello di consapevolezza, in quel momento.

Chi riceverà il tuo apprezzamento oggi?

L’apprezzamento sincero è un dono. Tutti possiamo sperimentarne il potere, l’importante che sia fatto con onestà. Diciamo più spesso: “Bravo!” “Hai fatto un buon lavoro!” “Sei migliorato molto in questo…!” “Ho apprezzato questa cosa…”, soprattutto ai nostri figli. Tutti possiamo contribuire a innalzare la frequenza, creare armonia, favorire la connessione e donare benessere alla persona che lo riceve, a noi stessi e a tutto il Campo. 

È un invito per me, per te, per tutti noi.

 

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