Il potere dell’esempio: educare attraverso i gesti quotidiani

da | Set 24, 2024 | Alchimia Interiore, Generazione A | 4 commenti

“La parola può convincere, ma è l’esempio che trascina.
Non preoccuparti se i tuoi figli non ti ascoltano,
perché ti osservano per tutto il giorno.”
(Madre Teresa di Calcutta)

 

Noi siamo il primo modello di riferimento per i nostri figli, e il modo in cui li educhiamo oggi influenzerà profondamente chi diventeranno da adulti, la fiducia che avranno in loro stessi e la loro autostima.

Tutto ciò che abbiamo vissuto, ascoltato, provato nelle esperienze passate, insieme a ciò che ci è stato trasmesso dai genitori, insegnanti ed educatori, soprattutto nei primi anni di vita, contribuisce alla formazione della nostra personalità.

Io sono il risultato di tutto ciò che ho appreso e continuo ad apprendere lungo il mio cammino di vita: dalla mia famiglia, dalle persone che mi hanno ispirato, dalle relazioni che ho coltivato e dai percorsi di crescita personale che ho intrapreso attraverso letture, seminari, incontri e meditazione.
Anche il confronto e la condivisione con altre persone sul mio stesso cammino hanno avuto e hanno tutt’ora un ruolo importante nella mia continua evoluzione.

Tutto questo si riflette nel mio atteggiamento, nelle mie parole, nelle azioni e, ancora prima, nei miei pensieri.
Alessandro D’Avenia afferma: “Per educare bisogna essere educati”. Sono pienamente d’accordo.

Tutto parte da me, ed è fondamentale lavorare prima di tutto su me stessa. Non posso pretendere di insegnare qualcosa che non fa parte di me o di richiedere un comportamento che non pratico in prima persona. Questo principio vale in famiglia, con i figli, ma anche nel lavoro, nelle relazioni tra capo e collaboratori, e a scuola, tra insegnanti e studenti.

“L’educazione è l’arma più potente
che si possa usare per cambiare il mondo”
(Nelson Mandela)

È utile ricordare il significato della parola educare: “far crescere e maturare qualcuno, dal punto di vista morale e intellettuale, attraverso l’insegnamento e l’esempio“. Dal latino educere, significa “trarre fuori”, ovvero “tirare fuori il meglio da qualcuno”.

Certo, non è sempre facile. A volte siamo messe a dura prova, soprattutto noi donne, sopraffatte dai mille impegni che non riusciamo a gestire in modo armonioso. Vorremmo fare tutto, esserci sempre, far star bene tutti. Con il risultato di sentirci prosciugate, stanche e, in qualche modo, insoddisfatte. In quei momenti, possiamo cadere preda di emozioni negative e reagire d’impulso o in maniera inappropriata.

Molto spesso mi è capitato di lavorare proprio su questi punti nelle sessioni di coaching, in particolare con donne, mamme lavoratrici che faticavano a conciliare vita personale e professionale.
Ma un’altra possibile strada, più leggera e felice, c’è.

“L’esempio non è uno dei modi per
educare un figlio. È l’unico.”

Quando siamo un esempio? In ogni momento. Nei piccoli gesti quotidiani, apparentemente insignificanti, nelle parole che usiamo, nelle decisioni che prendiamo. Ogni attimo è una preziosa opportunità per essere un esempio. E, molto spesso, l’esempio è silenzioso.

Non dobbiamo essere perfette, ma dobbiamo essere consapevoli di quanto il nostro esempio possa influenzare profondamente i nostri figli. Quando commettiamo errori o mostriamo debolezze, possiamo insegnare che c’è sempre un lato positivo: si può imparare dagli errori e da ciò che non è andato come avremmo voluto. In questo modo, i nostri figli capiranno che anche gli sbagli fanno parte dell’esperienza di vita.

E se sbagliamo o rispondiamo in modo irritato, è importante chiedere scusa.
A proposito, la parola “scusa” sembra essere una delle più difficili da pronunciare… Ma di questo parleremo un’altra volta.

Per approfondire, puoi contattarmi qui: https://alchimiainteriore.com/coaching-per-ragazzi-e-adolescenti/
Coaching non solo per ragazzi e adolescenti, anche per mamme e papà! 🙂

4 Commenti

  1. Claudia

    Grazie Anna!
    Condivido il tuo pensiero con tutto il cuore, perché da mamma di un ragazzo ormai adulto mi accorgo che il mio esempio (nel bene e nel male) è l’unico che ha avuto potere su di lui. Anzi, più cerco di fargli fare le cose attraverso imperativi più lui si allontana, mentre se lo lascio manifestare è più facile che lui mi sorprenda sempre nel bene e nel male. E mentre osservo lui mi accorgo dei miei “sbagli”. È questo credo io il senso della frase: impariamo dai bambini

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    • Anna Sorgente

      Grazie cara Claudia della tua condivisione. Sono d’accordo: gli imperativi non sono certo il modo più efficace (anche se in alcune circostanze ci stanno!). Noi siamo il primo esempio e i nostri figli sono maestri. Grazie ancora 🙂

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  2. mariarosaria riccio

    sono assolutamnte daccordo. Se vogliamo vivere serenamente la nostra vita e la relazione con i nostri figli possiamo cominciare ad osservare noi stessi, renderci conto di quanto quello che chiediamo ai nostri figli, forse noi stessi non sempre o quasi mai, riusciamo a farlo …cambiando noi possiamo essere più convincenti e avre più possibilità che le nostre richieste vengano ascoltate. Naturalmente è importantissimo tenere conto dell’età dei nostri figli e stare attenti a chiarire a noi stessi cosa chiediamo e poi spiegarlo a loro…insomma credo che dinanzi alle difficoltà la prima cosa da fare è riflettere ed essere consapevoli di noi stessi…un abbraccio grande pieno di gratitudine
    mariarosaria

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    • Anna Sorgente

      Cara Mariarosaria, il primo lavoro è sempre su noi stessi, non solo con i nostri figli, e da “Alchimista” che tu sei, sai bene quanto sia vero e importante. Grazie della tua condivisione, sempre ispirante. Un abbraccio grande 🙂

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