Capita a tutti noi di avere un disturbo da qualche parte, una malattia. E quando non ci sentiamo bene, la nostra naturale reazione non è positiva: possiamo sentirci scocciati, se il disturbo è di lieve entità come un dolore alla gamba, fino al sentirci sfortunati o colpevoli di qualcosa, se si tratta di una malattia. Ma un occhio alchimista vede un’altra cosa: ciò che viviamo nel corpo è una nuova opportunità di crescita.
Ci viene in aiuto la medicina psicosomatica, un approccio che, partendo da un disturbo fisico, ci aiuta a prendere consapevolezza del nostro essere globale. Ci aiuta a capire qual è il disagio esistenziale che stiamo manifestando attraverso il corpo. Con gentilezza, senza giudizio.
Ogni disturbo ha una causa ma soprattutto uno scopo
Secondo la Medicina Psicosomatica basata sul simbolismo e sul pensiero di K.G.Jung, ognuno di noi è una precisa Unità Psico-somatica, Psiche + Soma = Mente + Corpo. La mente sa sempre cosa avviene nel corpo e il corpo sa sempre cosa sta attraversando la mente. Non c’è separazione tra la parte fisica, quella mentale o psichica (pensieri, emozioni) e quella spirituale.
E, quando si tratta di disturbi o malattie, è come se l’organo “disturbato” fosse l’attore che meglio mette in scena il disagio esistenziale che stiamo vivendo, in quel momento. Se accogliamo questo messaggio potremo capire molto di noi. Potremo capire come stiamo deviando dal nostro “progetto esistenziale”, ciò che ci distingue da tutti gli altri, e potremo ritornarvi. E allora il sintomo non avrà più ragione di esistere.
Curarsi, ma senza ignorare il messaggio come opportunità di crescita
Andiamo pure dal medico curante o dallo specialista e seguiamo la terapia prescritta, curiamo o eliminiamo i sintomi, ma senza ignorare che quello era un messaggio per noi. Il grande progresso scientifico in campo medico e farmacologico, che è naturalmente una benedizione, ha purtroppo anche svilito il significato delle malattie, le considera come “incidenti di percorso”, considera l’uomo al pari di una macchina dal meccanico: aggiusto il pezzo e tutto va a posto. Della malattia, che è così tangibile, si ricercano cause altrettanto tangibili (lesioni, virus e batteri, alterazioni genetiche, alimenti) senza fare mai riferimento alla persona, al suo modo di stare al mondo, di relazionarsi con gli altri, di vivere e lavorare.
Aggiusto il pezzo sì, ma non dimentico che il mio disturbo è insorto proprio lì e non in un altro organo. Che la lesione ha colpito proprio li e non da un’altra parte. E proprio ora, non un anno fa. Quindi: cosa c’è in quell’organo che lo rende speciale tanto da attirare la mia attenzione? Che cosa mi sta dicendo? Che cosa potrei capire di me, oggi? Ciò che viviamo nel corpo è sempre una nuova opportunità di crescita.
Quando un disturbo si manifesta noi “siamo” quel disturbo, tutto il nostro essere partecipa a quello squilibrio, e non soltanto l’organo che si fa sentire.
Le ossa, energia vitale cristallizzata
Lo scheletro è la struttura che ci sostiene e ci protegge. E un’armatura che ci dà forma e, in collaborazione con i muscoli, ci permette di muoverci nello spazio. Ci sostiene ma è anche rigido, non si piega.
Possiamo considerare le ossa come una “energia vitale” cristallizzata. E, per il loro essere così solide, fanno pensare molto alle norme e alle regole e ai ruoli che ci diamo: come le ossa sostengono il corpo, così le norme “strutturano” la nostra esistenza. Come le ossa proteggono gli organi più delicati (cranio, gabbia toracica, bacino) così le norme che ci diamo ci proteggono e tutelano. A volte anche in eccesso, quando diventano credenze che riteniamo universali e non modificabili.
Quando il disturbo riguarda le gambe
Le gambe ci permettono, fisicamente, di avanzare. E, simbolicamente, rappresentano la nostra possibilità di procedere nella vita, di essere autonomi. Non a caso diciamo “muoversi con le proprie gambe”.
Ogni parte ci parla di sfumature diverse del messaggio:
PIEDI: sono il nostro appoggio. Ci permettono di stare ben radicati ma anche di avanzare. Un disturbo ai piedi può parlarci di un momento di disequilibrio o di un muoverci nella vita con incertezza.
GINOCCHIA: permettono alla gamba di flettersi, quindi di modificare la traiettoria, di scavalcare ostacoli. Ma solo grazie a loro possiamo anche inginocchiarci. A volte è la mancanza o l’eccesso di umiltà che le fa dolere.
FEMORE: così robusto e profondo, è un po’ la colonna vertebrale della gamba che, articolandosi col bacino, permette di avanzare nello spazio. Il femore si può “far sentire” quando la libertà di agire, di essere autonomi, ha bisogno di essere ascoltata di più.
Ecco allora che un dolore alle gambe racconta molto di noi. Il segreto è accoglierlo, capirlo, integrarlo nella nostra vita.
Come?
Attraverso gli strumenti del Percorso di Alchimia Interiore, magari accompagnati da un Coach specializzato proprio in questo.
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.
Jodorowsky
Molto interessante questo articolo. Posso concludere che i miei piedi e le mie ginocchia mi stanno inviando molti messaggi, mi propongo di essere molto più attenta a cosa mi stanno suggerendo. Grazie mille
Grazie cara Veronica, il mio intento è proprio sensibilizzare su quanto il nostro corpo, spesso così mal interpretato, sia saggio e benevolo. Facci sapere come si muove la consapevolezza verso le tue gambe. Buon Cammino, in tutti i sensi.
Silva